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Droghe sintetiche benzilpiperazina BZP

L’uso della droga sta cambiando rotta verso nuove sostanze e nuovi mercati. Questo è uno dei nuovi trend delineati dal World Drug Report 2010. Mentre l’uso di droghe si è stabilizzato nei paesi sviluppati, emergono segnali di un trend crescente nei paesi in via di sviluppo, in particolare di droghe sintetiche.Le droghe sintetiche sono le nuove droghe, sintetizzate su progetto,per rispondere alle richieste del mercato. Si ottengono esclusivamente a seguito di processi chimici di varia complessità nei quali intervengono prodotti quali <precursori> e <sostanze chimiche di base>. Vengono prodotte in laboratori clandestini spesso poco attrezzati alla purificazione dei prodotti ottenuti. Ne deriva una frequente variabilità nella composizione delle compresse in circolazione con la possibile presenza di impurezze derivanti dalla sintesi stessa, come ad esempio i precursori, ovvero le molecole utilizzate come materie prime per la sintesi del principio attivo desiderato.

In molte compresse vendute come ecstasy sono state trovate altre molecole che vengono inconsapevolmente assunte dai consumatori che si espongono a gravi rischi di tipo sanitario legati all’assunzione inconsapevole di molecole tossiche non conosciute. Le compresse di “finta” ecstasy hanno spesso aspetto, forma, colore e loghi del tutto simili a quelle dell’ecstasy, traendo ulteriormente in inganno i consumatori. Tra queste la benzilpiperazina (BZP), una droga sintetica ad effetto stimolante che ha fatto la comparsa nel mondo delle droghe ricreazionali alcuni anni fa in Europa e che è stata spesso commercializzata proprio come fosse “ecstasy”, pur non essendo correlata a quest’ultima in termini di struttura chimica.

Dal Regno Unito uno studio preliminare sulla tossicità in vitro della droga sintetica benzilpiperazina (BZP) e dei suoi precursori. La BZP nasce come farmaco per trattare i parassiti del bestiame e utilizzata come antielmintico (contro i vermi). La dott.ssa Vaughan in collaborazione con il Prof Mike Cole e con un gruppo di chimici presso la Anglia Ruskin University nel Regno Unito, ha costituito una sezione di tossicologia il cui principale interesse è rivolto proprio alla comprensione del rischio correlato all’assunzione di droghe sintetiche provenienti dal mercato illecito. Attraverso l’uso di cellule di fegato e rene, i primi esperimenti si sono concentrati sullo studio della tossicità della benzilpiperazina (BZP). La BZP in Italia è stata posta sotto controllo (D.P.R. 309/90) nel 2007 così come in numerosi altri paesi nel mondo proprio a causa della sua tossicità, che viene ulteriormente confermata da questa attività di ricerca.

Dai risultati è emerso che la BZP come tale è tossica per il rene mentre il precursore piperazina, ha mostrato tossicità nelle cellule di fegato.

Quindi non solo il principio attivo, ma anche i suoi precursori possono contribuire alla tossicità di questa droga    sintetica. Considerando che diverse partite di droga possono derivare da laboratori diversi e prevedere lavorazioni clandestine differenziate, si assiste ad una notevole variabilità nella composizione, sia in termini di principio psicoattivo che di impurezze, rendendo ancora più complessa la definizione della tossicità di queste droghe sintetiche ed esponendo i consumatori a ulteriori rischi sanitari.

 

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